Gent.mo Direttore,

abbiamo letto con molto interesse l’editoriale che Nino Grasso ha dedicato, nei giorni scorsi, alla situazione estremamente problematica in cui versa la nostra città, ed in particolare, i suoi adolescenti, che – come egli scrive – “affogano le proprie inquietudini nel fondo di una bottiglia o in qualche grammo di cocaina sniffata per strada”. Grasso – nell’interrogarsi su questi fenomeni di disagio esistenziale – riprendendo una linea interpretativa che va da Umberto Galimberti a Miguel Benasayag – si chiede se non è forse “la percezione di un futuro che incombe come una “minaccia” più che come una “promessa”, ad annichilire le speranze di chi non trova le risposte ai perché della vita”.

Queste interessanti osservazioni, ci consentono di aprire una riflessione intorno a questi temi, che sono stati al centro di un’interrogazione che il Gruppo consiliare de “La Basilicata Possibile” – già prima dell’estate – ha sottoposto all’attenzione del Consiglio comunale.

L’interrogazione partiva dalla situazione di solitudine, mancanza di rapporti sociali, incertezza per il futuro che hanno determinato, in quest’ultimo anno, fenomeni generalizzati di ansia e di angoscia diffusa, soprattutto nelle giovani generazioni.

Tutte le ricerche condotte a livello internazionale in quest’ultimo anno accentuano questo dato, vale a dire che “i cambiamenti repentini e prolungati vissuti” sia dai dai bambini che dagli adolescenti “nei ritmi quotidiani della vita familiare e scolastica (perdita di routine, riduzione delle possibilità educative e ludico/esplorative all’aperto, etc.)” così come “il clima di ansia, paura ed incertezza per il futuro che si respira in molti ambienti familiari”, rappresentano una potente forma di stress, che determina sintomi depressivi ed ansiosi, con l’aumento dei problemi legati al sonno e alla concentrazione, alla sensazione costante di allerta e di insicurezza, all’emergere di pensieri e di sentimenti negativi. E questa nuova situazione inaspettata di incertezza per il futuro va a rafforzare le “passioni tristi”, che rischiano di caratterizzare la vita e gli stati d’animo di bambini e adolescenti per un periodo piuttosto lungo del loro “ciclo di vita”. Così come colpisce, ancor di più e in maniera profonda, i soggetti fragili e vulnerabili, che hanno vissuto in quest’ultimo anno una profonda solitudine.

Ciò significa che ciò che noi vediamo, nello spazio pubblico della nostra città, è solamente la parte visibile di un disagio giovanile, che si manifesta in fenomeni di dipendenza (alcol, droga…), ma che, invece, è molto più profondo e nascosto, e che viene a volte vissuto nella solitudine di famiglie che, spesso, non hanno gli strumenti per riuscire ad interpretarlo.

Le proposte avanzate da “La Basilicata Possibile” si muovono nella direzione di dare una risposta articolata a fenomeni complessi, consapevoli del fatto che le azioni repressive, l’imposizione di regole “non spiegate”, e quindi “non interiorizzate” dagli adolescenti, non riusciranno mai a dare una risposta di senso a fenomeni che investono dinamiche relazionali molto articolate che investono e toccano profondamente i ragazzi, il senso della loro esistenza, così come il ruolo genitoriale, quello delle istituzioni e della società nel suo complesso.

A distanza di una settimana dall’articolo di Nino Grasso è calato il silenzio! Solo un vertice in Prefettura per l’ordine pubblico! È una risposta possibile, ma non crediamo che sia la risposta migliore.
Innanzitutto, c’è bisogno di mettersi in ascolto degli adolescenti, dei loro bisogni e desideri, facendoli sentire protagonisti del loro agire (“Non per noi, ma con noi”). È necessario, inoltre, garantire, in più luoghi e spazi della città, un supporto di carattere psico-sociale attraverso incontri, colloqui, iniziative comunitarie, programmi di prevenzione e cura, coinvolgendo anche le famiglie e, in particolare, quelle che si trovano a vivere in contesti socialmente ed economicamente deprivati. Le ricerche ci dicono che, oggi, più di prima, le famiglie rappresentano un supporto indispensabile per aiutare i propri figli a sviluppare consapevolezza e ad elaborare le emozioni.

Questo ascolto deve essere diffuso. Un grande orecchio della città che sia in grado di attivare e mettere a sistema – dal punto di vista istituzionale – le risorse locali disponibili, di creare immediatamente una rete tra Scuole, Associazioni e Terzo settore, Asp, Ordini professionali, Università, finalizzata alla definizione e realizzazione di un programma condiviso con al centro momenti di socialità e di condivisione.

Lo strumento per fare questo ce l’abbiamo. È il Piano sociale e sociosanitario della città, che le passate amministrazioni non hanno approvato e che quella attuale non ha, forse, intenzione di elaborare ed attuare, non comprendendo, invece, che fenomeni sociali così complessi si affrontano attraverso un lavoro di rete continuo, quotidiano, interdisciplinare, attraverso tavoli e gruppi di lavoro permanenti.  

È necessario procedere su questa strada, costruendo come città un progetto adeguato ai nuovi bisogni e ai nuovi desideri degli adolescenti, che la pandemia ha fatto emergere in maniera così evidente.

I Consiglieri comunali della città di Potenza
Gruppo “La Basilicata Possibile

Valerio Tramutoli
Giuseppe Biscaglia
Francesco Giuzio

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